Come si scelgono le lenti a contatto?

lenticontatto2Le lenti a contatto devono essere prescritte dall’ottico-optometrista che, dopo un controllo di appositi parametri (misurazione dei raggi corneali, del diametro e della quantità e qualità della lacrimazione) e dopo aver ascoltato e compreso quali saranno gli usi che il soggetto ne andrà a fare, sceglie la tipologia di lente più appropriata al caso (misura-materiale, tipologia di ricambio). 
Le lenti a contatto infatti, contrariamente a quanto si pensa, hanno tutte quante delle misure diverse (come le taglie degli abiti o delle calzature) perciò, nessun materiale, anche il “migliore” può funzionare se la lente non è della misura giusta per quel soggetto. 
Per misura si intende curvatura e diametro oculare, non la gradazione, che è un parametro da valutare solo per scegliere il potere diottrico della lente a contatto. Le lenti a contatto sono sempre più richieste perché ormai rappresentano una valida alternativa agli occhiali e, soprattutto per chi fa sport, spesso sono molto più pratiche. In commercio se ne trovano diverse, ognuna con caratteristiche e/o indicazioni particolari e spesso fare una scelta giusta è particolarmente difficile. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per favorire una scelta “oculata”…
 Le lenti a contatto vanno usate con attenzione per evitare problemi. Ne esistono diverse tipologie. Una prima distinzione generale può essere fatta tra lenti: morbide; semirigide o gas permeabili; rigide. Le lenti “morbide” possono avere una durata di uso diversa: giornaliere, settimanali, quindicinali, mensili.

Lenti Morbide

Le lenti a contatto morbide sono anche chiamate “idrofile” perché composte in gran parte da acqua e sono quelle che si adattano meglio alle caratteristiche naturali dell’occhio. Possono, infatti, garantire la corretta ossigenazione e la giusta idratazione. Sono le più confortevoli per l’occhio, ma possono essere causa di fenomeni di intolleranza a causa della loro superficie che assorbe (come fosse una spugna) le sostanze estranee che vi si depositano più facilmente rispetto ad altri tipi di lenti. Per questo motivo, è fondamentale un’adeguata manutenzione e il loro ricambio frequente. Per questo, infatti, si possono trovare lenti a contatto morbide “usa e getta” di tipo giornaliero, settimanale, quindicinale e mensile.
 Con queste lenti a durata limitata, grazie al continuo ricambio, i rischi di infezione si riducono notevolmente. Le più richieste sono quelle giornaliere perché eliminano totalmente la necessità di manutenzione ed i problemi legati alle possibili infezioni (per depositi di sostanze estranee sulla lente stessa). 
Non esiste una lente a contatto ideale che si comporti meglio delle altre e quindi ogni portatore deve essere considerato singolarmente cercando di far coincidere le sue caratteristiche, esigenze ed aspettative con le proprietà delle diverse lenti che si hanno a disposizione. È quindi indispensabile, che ci si affidi a d’un valido contattologo che abbia un’appropriata conoscenza di base delle proprietà chimico-fische dei materiali utilizzati e delle tecniche impiegate nella pratica clinica. Esistono tantissime tipologia di lenti morbide presenti sul mercato: la differenza risiede nel tempo di utilizzo, le materiale e nella geometria (curvatura e diametro).

Lenti Semirigide


Le lenti a contatto semirigide o “gas permeabili” sono leggermente più flessibili rispetto a quelle rigide, ne rappresentano l’evoluzione e in pratica le hanno sostituite. La loro struttura è molto simile a quella delle rigide, ma permette una migliore diffusione dell’ossigeno nella cornea. Sono, comunque, meno tollerate rispetto a quelle morbide, e devono essere usate inizialmente gradualmente perché l’occhio si abitui. Dal punto di vista igienico, invece, sono migliori delle morbide, perché non assorbono le sostanze estranee che si depositano sopra di esse.
 Sono consigliate se si soffre di scarsa lacrimazione dell’occhio e nei casi in cui la curvatura della cornea non è regolare (come nell’astigmatismo di grado elevato e nel cheratocono).

Lenti Rigide

Sono costituite da un materiale non flessibile, rigido, e per questa loro struttura, l’ossigeno non raggiunge la cornea e l’unico scambio con l’esterno è possibile solo per mezzo dei continui movimenti che la lente effettua sulla superficie corneale (essendo rigida, non si adatta perfettamente alla cornea). In genere questo tipo di lenti ha una tolleranza iniziale molto bassa e, quindi, il periodo di adattamento è mediamente lungo (15-20 giorni). 
Si deve quindi, come per le semirigide, preparare l’occhio gradualmente al loro utilizzo, effettuando periodiche visite di controllo dallo specialista per valutare subito eventuali episodi di intolleranza. La loro struttura permette una pulizia più sicura (vi si depositano molto meno le sostanze estranee).
 Ormai questo tipo di lenti sono praticamente in disuso, essendo al loro posto preferite le semirigide o gas permeabili, che ne costituiscono l’evoluzione. La scelta delle lenti rigide, quindi, avviene solo in casi eccezionali.

Lenti Cosmetiche e Prostetiche

lenticontatto1Esse rientrano nella categoria delle lenti morbide e sono state immesse sul mercato di recente non solo per la correzione dei difetti visivi, ma per cambiare il colore dei propri occhi.
 A parte coloro che vogliono cambiare il colore dei propri occhi e non hanno alcun difetto visivo da correggere, le lenti cosmetiche possono essere di aiuto nel trattamento di alcuni disturbi, come quello accusato dalle persone “albine”, la cui iride non ha pigmento e non è in grado di proteggere dalla luce o nel caso di opacizzazioni corneali e/o traumi oculari che rendono l’occhio esteticamente poco piacevole.